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Il Consiglio nazionale spazza l'iniziativa dopo 3 ore di dibattito

Il Consiglio nazionale ha respinto l'iniziativa con 146 voti contrari, 14 a favore e 12 astenuti, un risultato che non sorprende se si considera il carattere innovativo della nostra proposta. Il prossimo passo sarà l'esame dell'iniziativa da parte della Commissione della sicurezza sociale e della sanità pubblica del Consigilo di Stato (CSSS-E), giovedì 8 o venerdì 9 ottobre, quindi il voto in assemblea plenaira degli Stati (abbiamo inviato una lettera d'informazione alla CSSS-E). Il calendario indica che è chiaramente possibile che l'iniziativa venga sottoposta al voto popolare a partire da giugno 2016.

vote panel
146 contrari, 12 astenuti, 14 per l'iniziativa
(Il voto è stato sul rifiuto della proposta da parte della CSSS-N)

Estratto del discorso eloquente di Mr. Andreas Gross al Consiglio nazionale :

Un'iniziativa popolare è sempre una questione sollevata da una minoranza ma rivolta a tutti, all'insieme della società. Se 100.000 persone hanno firmato un'iniziativa, hanno il diritto di chiedere una discussione civile con loro, e che le loro domande trovino risposta ¨C non a nome di tutti, ma a titolo personale; perché noi possiamo solo fare una raccomandazione ai votanti e non proponiamo decisioni definitive. Questa discussione civile presuppone che si assuma l'abito mentale dell'altro e che si parta dal principio che anche la sua posizione abbia una logica. È tutto fuorché responsabile, M. Caroni, insinuare che il proprio interlocutore manchi di «spirito». L’altro ha tanto spirito quanto noi ed è altrettanto capace di intuire che rivendichiamo lo stesso riconoscimento per noi. Non accordare all'altro ciò che si reclama per se è inevitabilmente un gesto di intolleranza.

Sì, noi siamo qui a proporre un'utopia. Ma un'utopia non è né un'illusione né una chimera. Man mano che il dibattito si avvicina, ho la sensazione che siamo, in effetti, totalmente scavalcati. E anche che quel che siamo diventati ci renda incapaci di affrontare le utopie. [...]

Si tratta di una visione completamente diversa della società. Quest'ultima non sarebbe più ispirata alla performance, alla concorrenza tra le persone, al mercato del lavoro ¨C terreno di lotta costante ¨C , ma è segnata dal rispetto, perché si garantisce anche all'altro ciò che si rivendica per sé. In questo senso, M. Graber, non è questione né di follia né di immoralità, ma di etica, di spirito e di senso civico, molto più di quanto possiate immaginare. Si tratta di immaginare una struttura sociale quasi del tutto diversa, nella quale si continua a vivere di lavoro ¨C torno a breve sul punto ¨C perché libera il lavoro dalla costrizione. Questo punto è essenziale. Nessuno deve più vivere nell'angoscia della sopravvivenza. Siccome quest'ultima è assicurata, si può lavorare in maniera completamente diversa, più libera ed indipendente. Il che comporta soprattutto ¨C ed è il punto decisivo ¨C un trasferimento di potere dal capitale verso il lavoro, nel senso che il lavoratore può scegliere. Non sarà più obbligatorio fare cose insensate. E quindi, ad esempio, la razionalizzazione progredirà. Il lavoro che non ha senso non avrà nemmeno ragion d'essere. Non sarà più il capitale a imporre la sua legge, col rendimento sugli investimenti o in altro modo. Ogni individuo avrà libertà di decidere. Ecco perché si tratta di una proposta rivoluzionaria, che modifica totalmente le basi della società [...]

Alcuni ritengono che oggi si lavori così tanto da non riuscire più a pensare, a riflettere sulle ragioni per cui si è lavorato, e che la società del lavoro nuoccia agli esseri umani ¨C e faccia anche degli enormi disastri¨C ben più di quanto non si rendano conto coloro che ne hanno tessuto le lodi.

Siccome ne ho l'opportunità, vorrei ancora insistere sul fatto che, per me, il punto fondamentale è che l'iniziativa implica una democratizzazione della democrazia. Le pari opportunità aumenteranno fortemente se le persone non vivranno più nella paura e avranno più tempo per occuparsi di questioni politiche e sociali in generale. [...]

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