E' necessario un cambio di paradigma per l'applicazione di questo nuovo sistema di reddito di base. Fondamentalmente, quando parliamo del problema di disuguaglianza e povertà, la maggior parte dei politici si concentra sempre e da troppi anni su produzione ed occupazione quali soluzioni, quando in realtà produciamo già molto più di quanto sia necessario e sostenibile, e sempre più persone si trovano senza prospettive realistiche di occupazione.
La cruda realtà è che il lavoro della maggior parte delle persone non è o non sarà presto più necessario. All'alba della quarta rivoluzione industriale, ovvero i cambiamenti imposti dall'innovazione digitale, un recente studio ha confermato che ciò causerà nel giro di 5 anni la perdita netta di 5 milioni di posti di lavoro a causa di esuberi di mansioni non più necessarie.
Alla luce di queste notizie siamo costretti a scollegarci definitivamente da una visione di politica economica ormai retrograda e a considerare questa nuova realtà il più presto possibile. Il reddito base è un mezzo di ridistribuzione della ricchezza e delle risorse ed una possibile soluzione logica e naturale al problema della disuguaglianza e della povertà globale, in quanto separa il concetto di sopravvivenza da occupazione e produzione.
Già nel 1972 il Club di Roma pubblicò il noto “Rapporto sui limiti dello sviluppo”, meglio noto come “Rapporto Meadows”, che prediceva che la crescita economica non potesse continuare indefinitamente sul pregiudizio della produttività – cresci di più, produci di più e fai crescere l'economia. In un mondo già caratterizzato da sovrapproduzione e consumismo eccessivo, produrre e consumare ancora di più non sarà certo la soluzione ai nostri problemi.
Questa rivoluzione risolverebbe non solo il problema della disuguaglianza e della povertà, ma avrebbe anche effetti positivi immediati in termini di sicurezza riducendo la criminalità e soprattutto aiuterebbe anche a combattere l'esagerato sfruttamento delle risorse, il cambiamento climatico, l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente, della flora, della fauna e le varie patologie croniche da esso causate.
Il problema della disuguaglianza non è relativo al fatto che non produciamo abbastanza per soddisfare il fabbisogno mondiale, ma sta tutto nella distribuzione. Ora siamo nel 2016 ed è ora che ci diamo tutti una bella svegliata, e che si comincino a sperimentare alternative ed a pensare in base al concetto di una migliore distribuzione delle risorse piuttosto che in base alla produzione.
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Grazie per il vostro intervento e per aver rivelato tanti problemi che appaiano oggi nelle nostra società e che diventano sempre più importanti. Speriamo che il vostro messaggio sia ascoltato e capito:) Dobbiamo tutti prendere le nostre responsabilità...
A presto
Florian Candelieri ;)