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Salario Minimo o Reddito di Base?

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A volte ci si chiede che legame vi sia tra il salario minimo ed il reddito di base. E in alcuni casi si fa perfino confusione tra le due definizioni. In questo articolo, Gabriel Barta ci dà qualche elemento di riflessione sul tema.

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Le base, sia pratica che teorica, dei due schemi è totalmente diversa:

  • Mentre il salario minimo impone una regola esterna ad una relazione tra datore e prestatore di lavoro, il reddito di base assume la forma non di una regola ma di un trasferimento vero e proprio di denaro da parte della società verso una singola persona, indipendentemente da qualunque suo impiego;
  • Le risorse coinvolte in un caso sono esclusivamente quelle del datore di lavoro, nell'altro quelle dell'intera società. Queste risorse sociali comprendono indirettamente quelle di tutti i datori di lavoro, ma anche numerose altre;
  • Il salario minimo migliora solo le condizioni delle persone impiegate che guadagnano poco: lo scopo del reddito di base, invece, è concretizzare un diritto appartenente a ciascun abitante, che guadagni poco o tanto, e che sia occupato o meno.

Senza dubbio, a rendere desiderabili i due schemi è in parte la stessa problematica: migliorare la sorte delle persone povere. Tra chi ritiene che questo problema debba essere risolto in tutta fretta troviamo spesso sostenitori di entrambi i regimi, che sono d'altro canto perfettamente compatibili. Ma poiché il problema delle persone povere costituisce solo una parte della motivazioni per promuovere un reddito di base, e visto che molti dei suoi difensori trovano altri aspetti del problema più importanti o promettenti, un salario minimo non potrebbe mai rappresentare un'alternativa al reddito di base, e ancora meno pretendere di renderlo superfluo.

Valutare le interazioni possibili dei due regimi, poi, o la loro influenza reciproca, è faccenda più complessa. Se è evidente che un salario minimo non avrebbe bisogno (quando combinato ad un reddito di base) di essere altrettanto elevato che se si trattasse dell'unico reddito, non tutti convengono, persino tra i difensori del salario minimo, che un tale minimo resterebbe necessario o no una volta che il reddito di base si realizzasse. Le valutazioni divergono anche per quanto riguarda gli effetti del salario minimo, del reddito di base o di una loro combinazione sul portafoglio dei datori di lavoro, e quelli immediati sull'occupazione.

Emerge chiaramente, da queste considerazioni sulle motivazioni e gli effetti dei due regimi che i loro sostegni politici non sono assolutamente gli stessi. Il salario minimo è un progetto di sinistra, di coloro per cui vanno rinforzate quelle regole dello stato che tendono a ridurre le disuguaglianze. Il reddito di base, invece, non istituisce alcuna nuova regola dello Stato-- anzi, nella misura in cui implica una semplificazione/sostituzione dello stato sociale tende persino a ridurne il potere– ma cambia il rapporto tra la società e l'individuo. È dunque un progetto che è difeso in modo altrettanto vigoroso a destra (tra chi vuole un regime più liberale dell'attuale) che a sinistra (riduzione della povertà), e trova la sua base più solida nei diritti e nel valore della persona umana, che non sono appannaggio di una parte sola.

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